giovedì 27 dicembre 2012

Ho trovato sotto l’albero: proposta programma politica estera


Anche la raccolta delle firme si è avviata verso la conclusione e dai risultati ottenuti, gli sforzi non sono stati vani. Da movimento popolare ad organismo di governo, credo che sia opportuno partecipare suggerendo soluzioni per un programma di governo credibile, solo perché realizzabile. L’alternativa è quella di proporre scelte che trovano il nostro territorio ancora immaturo, quindi considerate irrealizzabili. Questo condizionerà tutti i cittadini attivi del movimento e molti aspetti possono essere portati in discussione nelle sedi opportune, in questo caso la nuova camera e il nuovo senato.
-       Entro sei mesi dalla nomina del nuovo governo, indicato nelle prossime elezioni, ritiro del 60% di tutti i militari italiani dislocati in tutti i paesi.
-       Entro 18 mesi ritiro del 30% dei militari italiani, ivi compreso i reparti appartenenti ai CC, spesso semplici osservatori senza alcuna possibilità di iniziativa o di intervento.
-       Il restante 10% sarà disponibile per partecipare solo a interventi di aiuto umanitario e non interventi di peace-keeping, o di Polizia Internazionale o qualsiasi altra forma di “azioni di guerra” mascherata da azioni sopra indicate.

Gradualmente, i militari, potranno essere impiegati:
-       controllo del territorio, prevenzione crimini ambientali
-       in ambito investigativo, principalmente in ambito finanziario, evasione fiscale etc etc
-       unità di intervento se o per eventuali calamità naturali, inondazioni, terremoti, etc etc, un forte sostegno alla già esistente Protezione Civile.

I militari italiani, sono oggi, quasi tutti professionisti, cioè percepiscono un emolumento, situazione che a breve termine non sembra avere una soluzione, per questo i militari dovranno essere inseriti sul territorio negli ambiti sopra descritti. Rimando ad altro momento per un calcolo economico di quanto si potrebbe risparmiare, mi limito ora a delle indicazioni su come potrebbero esse investiti

Migliorare la formazione universitaria, in merito alla risoluzione dei conflitti, la mediazione e la diplomazia popolare, esperienze già avviate sia a livello europeo sia in Italia.
Da qualche anno, alcune università, anche in Italia, hanno corsi di laurea su questi temi.
Perché mandare i militari che non hanno una formazione specifica? Il governo italiano, precedente ha letteralmente copiato, purtroppo solo nel nome il Peace-Keeping ma ha dimenticato i contenuti.
Risorse economiche devono rilanciare questo tipo di formazione ed educazione. Si investe troppo in armamenti e troppo poco in prevenzione ed educazione alla non violenza.

Altro aspetto importante sono le rappresentanze diplomatiche italiane all’estero.
Oggi, l’esportazione non gira male ma deve andare molto meglio se le PMI italiane potessero essere promosse dalla rappresentanze italiane all’estero.
Purtroppo, i risultai della politica interna condizionano anche la politica estera, oggi, ci sono organizzazioni “doppie”, con la stessa responsabilità, stesso ruolo ma non sono aumentati i benefici.
E’ assolutamente necessario rivalutare tutto il funzionamento della rappresentanza.

In merito alla politica estera italiana, negli ultimi mesi c’è stata qualche decisione condivisa ma restano questioni irrisolte. Se ci concentriamo sul territorio il primo punto è:
-       il territorio italiano non è un deposito di ordigni nucleari,
-       le isole e le coste italiane non vengono più utilizzate come poligoni di tiro

Queste sono alcune proposte, mancheranno certamente molti punti e spero in un vostro interesse, in modo da implementare e evidenziarne altri.
A presto
Maurizio Torti

1 commento:

  1. bozza condivisibile e discutibile.
    Militari cordinati a livello europeo (io personalmente sono europeista e federalista) a soli fini difensivi dei confini europei( "la miglior difesa e' l'attacco" NON ci appartiene).
    universita' fucina di diplomatici ed "esperti di pace" ( semplice dire che il ministero degli esteri, covo di nepotismo e casta, va rivisto su basi meritocratiche)
    diplomazia a difesa degli interessi dei cittadini, non di interessi commerciali.
    E' la libera impresa che deve trovare le forze ed il senso dell'aggregazione per presentarsi sui mercati.
    Italia denuclearizzata e' operazione impossibile a breve, data la nostra appartenenza europea e la nostra sudditanza statiunitica

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