Ho letto da un po’ di tempo ma merita più letture, il programma MMT http://memmt.info/site/programma/
, naturalmente studio che consiglio a tutti, non solo è da approfondire ma ci
vorrebbe un’opera letteraria per esprimerlo nei dettagli, portarlo nel contesto
attuale e nello specifico anche quello italiano.
Personalmente ne condivido al 100% tuta la parte che
analizza il percorso e ne fa un’ottima sintesi di cosa abbiamo oggi in Europa,
in Italia euro, crisi etc etc. Una fotografia perfetta.
Data la complessità della seconda parte, il cuore della
proposta, direi di partire proprio dal contesto italiano, almeno mettere bene a
fuoco in quale fase siamo.
Siamo tutti d’accordo della devastante situazione creata
dalla corruzione, dall’evasione, dalle mafie di ogni tipo e che questi fattori
condizionano la vita produttiva di tutta la piccola e media impresa italia,
mentre la grande produzione industriale, quasi cancellata da processi
indutriali superati o mangiati dall’esportazione di altri paesi, vedi
attualmente cosa succede all’Ilva, oltre all’inquinamento è necessario pensare
anche che l’acciaio si continuerà a produrre ma da altri paesi.
Inoltre altro fattore di condizionamento della grande
industria sono state proprio le regole europee.
Risultato, in Italia non esiste da anni, un piano
industriale e non è un caso e se mai si farà ci vorranno per lo meno 15, 20
anni per vederlo partire.
Ritornando alle piccole e medie imprese, dobbiamo tenere in
considerazioni alcuni aspetti importanti, così ne conosciamo meglio la loro
natura: molte esperienze di questo tipo, sono fallimentari, perché legate al
sistema del clientelismo, della corruzione, delle mazzette etc etc, quindi non
perché producevano e magari esportavano merci italiane, quindi sono
imprenditori diciamo senza capacità innovativa, quindi per ovvi motivi
“bruciati”
Altra fetta importante delle piccole e media imprese è
condizionata da un fattore culturale povero, o meglio, imprenditori che fanno
fatica ad accettare il nuovo, in qualsiasi campo e questo è un problema
culturale, vedi l’uso delle tecnologie, vedi innovazioni.
Quindi un tessuto che deve vivere la sua trasformazione, con
nuove generazioni di imprenditori, coraggiosi, etici ed onesti, come i
cittadini del M5S, intanto, pochi sono i settori in positivo e meno male che
almeno le esportazioni reggono, nonostante questa tempesta è un settore
stabile.
Se proviamo a creare uno scenario, dove gli elementi che lo
compongono sono questi: industria e piano industriale assente, faccio un esempio,
senza acciaio (ed altre materie prime) non riusciamo neanche a produrre un
frigorifero per venderlo nel mercato interno figuriamoci nel mercato estero.
Senza industria “pesante” non andiamo da nessuna parte,
perché non riforniamo mercato interno ed estero. Chiaramente mi riferisco ad
una industria pulita, sicura ed utile e sostenuta da un tessuto produttivo
delle nostre piccole e media imprese.
Se questo vi può sembrare superato, non necessario, utopico
allora come possiamo applicare strategie come MMT o anche altre simili?
Il contesto italiano ci fornisce ancora altri elementi
importanti, abbiamo un numero impressionante di persone uomini e donne che sono
fuori da ogni tipo di produzione, non hanno la possibilità di lavorare nella
grande industria e nella piccola industria.
Aggiungo, quando parliamo di “mercati” dobbiamo al più
presto possibile riuscire a definire, a capire bene chi è dietro al mercato,
chi ci stà e dire le banche è assolutamente riduttivo, se non agiamo per fare
piazza pulita e riformare questa dimensione, il rischio è di trovarsi nella
stessa situazione anche se abbiamo cambiato l’ordine mondiale economico, almeno
circoscritto in 17 paesi. Quello che stiamo vivendo oggi in Italia ma anche in
altri paesi è un tassello che fa parte del percorso MMT, perché tutti ma
proprio tutti i popoli in Europa e non solo, sono costretti a riformare i loro
governi, Spagna, Francia, Germania, Grecia quindi io vedo in positivo e forse
proprio nella direzione del MMT.
Lo studio Mosler, Barnard, Parguez
e Forster sono da studiare a fondo, da diffondere nelle scuole ma non dalla
porta secondaria ma nei programmi ufficiali, solo in questo modo la
comunicazione e la conoscenza sarà condivisa ed efficace. Anche questo vedete
come un’utopia? Purtroppo ci tocca riformare anche la scuola.
Viviamo in un paese bellissimo, potremmo vivere forse solo di turismo? Sono anni che me lo chiedo, ma questo merita un altro capitolo. Aggiungo solo e concludo che chiamerei il MMT non come piano di salvezza ma un piano di rilancio delle economie territoriali.
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