mercoledì 20 febbraio 2013

- 6 al BOOM!!! Politiche sociali Reddito di cittadinanza o Salario garantito?


Tempo fa a Napoli, numerosi giovani, uomini e donne hanno dato vita a diversi movimenti di idee, tutti con un comune denominatore migliorare la qualità della vita.
Una riflessione specifica va fatta per il “movimento dei disoccupati organizzati” che per anni si è sostituito al “collocamento” (enorme carrozzone vuoto e dai costi sconosciuti).
Liste di uomini e donne con qualifiche, liste autogestite ma sempre l’unico referente del movimento è stato il governo centrale e le istituzioni locali, comune regione etc etc.
La capitale, e Napoli sono testimoni di un lungo periodo in cui sono nate idee come Salario Garantito, ritrovabili anche in alcuni testi musicali.
C’è da tenere presente un aspetto importante, il movimento è nato non in un periodo di crisi ma è stata solo semplicemente la difesa di un diritto fondamentale, il lavoro. Napoli anni 80.
Ministri, istituzioni, sindaci sono stati incalzati quotidianamente dai disoccupati e in due o tre occasioni, è stato concesso un salario di disoccupazione una tantum, perché la risposta delle istituzioni mirava solo a contenere il movimento dei disoccupati e non per rispondere alla richiesta di un salario minimo garantito.
Da questa ed altre esperienze simili, l’idea del Reddito di Cittadinanza, slogan nato a nord? Forse non piaceva il concetto di un salario minimo garantito era poco nobile.
Ribadisco, un’esperienza nata non da una crisi ma dalla difesa di un diritto fondamentale.
Questo accadeva al sud.
Nuovo millennio, Milano un giorno da disoccupato.
Ma cosa deve fare e dove deve andare un cittadino di Milano disoccupato o licenziato?
Vai agli uffici della provincia, ti inseriranno nell’elenco dei disoccupati e se accetti puoi fare dei corsi per imparare a presentarti, a scrivere il tuo cv e cercare un lavoro sui giornali e usando la rete.
Otterrai un primo appuntamento in un'altra sede di Milano, un esperto vorrà vedere il tuo cv, farti delle domande e chiedere in merito alle tue aspettative.
Otterrai un nuovo appuntamento in un’altra sede di Milano, con un’altro esperto che ti vorrà chiedere del tuo cv, delle tue aspettative e alla fine ti dirà che devi diversificare il tuo cv.
Fine del percorso, 4 consulenze, quattro esperti per dire al disoccupato devi diversificare il tuo cv ma quanto costa questa giostra? Ecco con quale ragnatela dobbiamo confrontarci, un micro-sistema che si auto-alimenta, per questo disoccupato, se restiamo bassi, abbiamo pagato 500,00 € per dirgli di diversificare il suo cv.
E se guardiamo la formazione incluso il diritto al lavoro di ex carcerati , ok questa è un’altra storia.
Per il reddito di cittadinanza non esiste il problema economico, le risorse ci sono, la questione principale è cosa fare di questa “assistenza, pubblica e privata” clientelare ed obsoleta, in cui da anni grida alla coesione sociale ma la realtà è ognuno coltiva il proprio orticello e così non possiamo andare da nessuna parte.
E’ fondamentale è strategico riconvertire questo “sistema”. I modelli degli altri paesi non sono complessi, è facile replicarlo in Italia ma non c’è una rete territoriale pronta al controllo e alla concessione.
Misura ancora più semplice, abbonamento gratuito ai trasporti pubblici, in modo da non creare ulteriori difficoltà a cui vive un momento di disoccupazione e questo viene fatto a Milano, infatti il 18 febbraio il D-Day per la tessera gratuita ai disoccupati. Un numero imprecisato di disoccupati potrà ottenere l’abbonamento ma il criterio utilizzato: chi invia prima la mail, è un sistema certamente poco etico, la gratuità dei trasporti pubblici deve essere per tutti, solo cos’ ci liberiamo del traffico e per un servizio funzionale, sono più che convinto che tutti sono disponibili anche a pagare di più.
Altro considerazione da fare è la qualità del lavoro offerto dai centri specializzati anche in virtù del reddito di cittadinanza, lavoro anche temporaneo, certo rispettando normative etc etc è con l’obiettivo di arrivare ad un lavoro stabile e duraturo. Quindi dobbiamo essere consapevoli di accettare anche la flessibilità, certo molti lo fanno anche adesso ma lo faranno volentieri se c’è un reddito di cittadinanza garantito e se la flessibilità non sarà un tunnel all’infinito.
Provate ora voi ad immaginare quali possono essere le regole per gestire il reddito di cittadinanza, sono più che convinto che le proposte potrebbero essere centinaia ma l’intervento strategico è riqualificare la rete territoriale già presente ma che non conosce assolutamente il significato di lavoro in rete o network.


Contro ogni forma di violenza, razzismo e xenofobia

Maurizio Torti

NB
Non avendo la disponibilità dei numeri, cioè dei quattrini, non posso fare esempi concreti



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