Anche la raccolta delle firme si è avviata verso la
conclusione e dai risultati ottenuti, gli sforzi non sono stati vani. Da
movimento popolare ad organismo di governo, credo che sia opportuno partecipare
suggerendo soluzioni per un programma di governo credibile, solo perché
realizzabile. L’alternativa è quella di proporre scelte che trovano il nostro
territorio ancora immaturo, quindi considerate irrealizzabili. Questo
condizionerà tutti i cittadini attivi del movimento e molti aspetti possono
essere portati in discussione nelle sedi opportune, in questo caso la nuova
camera e il nuovo senato.
- Entro
sei mesi dalla nomina del nuovo governo, indicato nelle prossime elezioni,
ritiro del 60% di tutti i militari italiani dislocati in tutti i paesi.
- Entro
18 mesi ritiro del 30% dei militari italiani, ivi compreso i reparti
appartenenti ai CC, spesso semplici osservatori senza alcuna possibilità di
iniziativa o di intervento.
- Il
restante 10% sarà disponibile per partecipare solo a interventi di aiuto
umanitario e non interventi di peace-keeping, o di Polizia Internazionale o
qualsiasi altra forma di “azioni di guerra” mascherata da azioni sopra
indicate.
Gradualmente, i militari, potranno essere impiegati:
- controllo
del territorio, prevenzione crimini ambientali
- in
ambito investigativo, principalmente in ambito finanziario, evasione fiscale
etc etc
- unità
di intervento se o per eventuali calamità naturali, inondazioni, terremoti, etc
etc, un forte sostegno alla già esistente Protezione Civile.
I militari italiani, sono oggi, quasi tutti professionisti,
cioè percepiscono un emolumento, situazione che a breve termine non sembra
avere una soluzione, per questo i militari dovranno essere inseriti sul
territorio negli ambiti sopra descritti. Rimando ad altro momento per un
calcolo economico di quanto si potrebbe risparmiare, mi limito ora a delle
indicazioni su come potrebbero esse investiti
Migliorare la formazione universitaria, in merito alla
risoluzione dei conflitti, la mediazione e la diplomazia popolare, esperienze
già avviate sia a livello europeo sia in Italia.
Da qualche anno, alcune università, anche in Italia, hanno
corsi di laurea su questi temi.
Perché mandare i militari che non hanno una formazione specifica?
Il governo italiano, precedente ha letteralmente copiato, purtroppo solo nel
nome il Peace-Keeping ma ha dimenticato i contenuti.
Risorse economiche devono rilanciare questo tipo di
formazione ed educazione. Si investe troppo in armamenti e troppo poco in
prevenzione ed educazione alla non violenza.
Altro aspetto importante sono le rappresentanze diplomatiche
italiane all’estero.
Oggi, l’esportazione non gira male ma deve andare molto
meglio se le PMI italiane potessero essere promosse dalla rappresentanze
italiane all’estero.
Purtroppo, i risultai della politica interna condizionano
anche la politica estera, oggi, ci sono organizzazioni “doppie”, con la stessa
responsabilità, stesso ruolo ma non sono aumentati i benefici.
E’ assolutamente necessario rivalutare tutto il
funzionamento della rappresentanza.
In merito alla politica estera italiana, negli ultimi mesi c’è
stata qualche decisione condivisa ma restano questioni irrisolte. Se ci
concentriamo sul territorio il primo punto è:
- il
territorio italiano non è un deposito di ordigni nucleari,
- le
isole e le coste italiane non vengono più utilizzate come poligoni di tiro
Queste sono alcune proposte, mancheranno certamente molti
punti e spero in un vostro interesse, in modo da implementare e evidenziarne
altri.
A presto
Maurizio Torti
bozza condivisibile e discutibile.
RispondiEliminaMilitari cordinati a livello europeo (io personalmente sono europeista e federalista) a soli fini difensivi dei confini europei( "la miglior difesa e' l'attacco" NON ci appartiene).
universita' fucina di diplomatici ed "esperti di pace" ( semplice dire che il ministero degli esteri, covo di nepotismo e casta, va rivisto su basi meritocratiche)
diplomazia a difesa degli interessi dei cittadini, non di interessi commerciali.
E' la libera impresa che deve trovare le forze ed il senso dell'aggregazione per presentarsi sui mercati.
Italia denuclearizzata e' operazione impossibile a breve, data la nostra appartenenza europea e la nostra sudditanza statiunitica