martedì 4 dicembre 2012

Un tassello nel percorso di salvezza economica per l'Italia, il Movimento5stelle


Ho letto da un po’ di tempo ma merita più letture, il programma MMT http://memmt.info/site/programma/ , naturalmente studio che consiglio a tutti, non solo è da approfondire ma ci vorrebbe un’opera letteraria per esprimerlo nei dettagli, portarlo nel contesto attuale e nello specifico anche quello italiano.
Personalmente ne condivido al 100% tuta la parte che analizza il percorso e ne fa un’ottima sintesi di cosa abbiamo oggi in Europa, in Italia euro, crisi etc etc. Una fotografia perfetta.
Data la complessità della seconda parte, il cuore della proposta, direi di partire proprio dal contesto italiano, almeno mettere bene a fuoco in quale fase siamo.
Siamo tutti d’accordo della devastante situazione creata dalla corruzione, dall’evasione, dalle mafie di ogni tipo e che questi fattori condizionano la vita produttiva di tutta la piccola e media impresa italia, mentre la grande produzione industriale, quasi cancellata da processi indutriali superati o mangiati dall’esportazione di altri paesi, vedi attualmente cosa succede all’Ilva, oltre all’inquinamento è necessario pensare anche che l’acciaio si continuerà a produrre ma da altri paesi.
Inoltre altro fattore di condizionamento della grande industria sono state proprio le regole europee.
Risultato, in Italia non esiste da anni, un piano industriale e non è un caso e se mai si farà ci vorranno per lo meno 15, 20 anni per vederlo partire.
Ritornando alle piccole e medie imprese, dobbiamo tenere in considerazioni alcuni aspetti importanti, così ne conosciamo meglio la loro natura: molte esperienze di questo tipo, sono fallimentari, perché legate al sistema del clientelismo, della corruzione, delle mazzette etc etc, quindi non perché producevano e magari esportavano merci italiane, quindi sono imprenditori diciamo senza capacità innovativa, quindi per ovvi motivi “bruciati”
Altra fetta importante delle piccole e media imprese è condizionata da un fattore culturale povero, o meglio, imprenditori che fanno fatica ad accettare il nuovo, in qualsiasi campo e questo è un problema culturale, vedi l’uso delle tecnologie, vedi innovazioni.
Quindi un tessuto che deve vivere la sua trasformazione, con nuove generazioni di imprenditori, coraggiosi, etici ed onesti, come i cittadini del M5S, intanto, pochi sono i settori in positivo e meno male che almeno le esportazioni reggono, nonostante questa tempesta è un settore stabile.
Se proviamo a creare uno scenario, dove gli elementi che lo compongono sono questi: industria e piano industriale assente, faccio un esempio, senza acciaio (ed altre materie prime) non riusciamo neanche a produrre un frigorifero per venderlo nel mercato interno figuriamoci nel mercato estero.
Senza industria “pesante” non andiamo da nessuna parte, perché non riforniamo mercato interno ed estero. Chiaramente mi riferisco ad una industria pulita, sicura ed utile e sostenuta da un tessuto produttivo delle nostre piccole e media imprese.
Se questo vi può sembrare superato, non necessario, utopico allora come possiamo applicare strategie come MMT o anche altre simili?
Il contesto italiano ci fornisce ancora altri elementi importanti, abbiamo un numero impressionante di persone uomini e donne che sono fuori da ogni tipo di produzione, non hanno la possibilità di lavorare nella grande industria e nella piccola industria.
Aggiungo, quando parliamo di “mercati” dobbiamo al più presto possibile riuscire a definire, a capire bene chi è dietro al mercato, chi ci stà e dire le banche è assolutamente riduttivo, se non agiamo per fare piazza pulita e riformare questa dimensione, il rischio è di trovarsi nella stessa situazione anche se abbiamo cambiato l’ordine mondiale economico, almeno circoscritto in 17 paesi. Quello che stiamo vivendo oggi in Italia ma anche in altri paesi è un tassello che fa parte del percorso MMT, perché tutti ma proprio tutti i popoli in Europa e non solo, sono costretti a riformare i loro governi, Spagna, Francia, Germania, Grecia quindi io vedo in positivo e forse proprio nella direzione del MMT.
Lo studio Mosler, Barnard, Parguez e Forster sono da studiare a fondo, da diffondere nelle scuole ma non dalla porta secondaria ma nei programmi ufficiali, solo in questo modo la comunicazione e la conoscenza sarà condivisa ed efficace. Anche questo vedete come un’utopia? Purtroppo ci tocca riformare anche la scuola.
Viviamo in un paese bellissimo, potremmo vivere forse solo di turismo? Sono anni che me lo chiedo, ma questo merita un altro capitolo. Aggiungo solo e concludo che chiamerei il MMT non come piano di salvezza ma un piano di rilancio delle economie territoriali.

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